pedagogia

  JOHAN HEINRICH PESTALOZZI 




GLI ESORDI

Johan Heinrich Pestalozzi visse nella svizzera tedesca nel periodo compreso tra illuminismo e romanticismo (XVIII secolo) . La prima impresa educativa che avviò, assieme alla moglie, fu l'impresa agricola di Neuhof, che si trattava di un istituto per ragazzi poveri che forniva un'istruzione elementare e preparava al lavoro. La sua opera più celebre è intitolata "Leonardo e Geltrude"; si tratta di un romanzo pedagogico dalla trama molto semplice: il villaggio in cui vivono i due è governato in modo dispotico e opprimente dal podestà a tal punto che per reagire ai suoi soprusi Leonardo si abbandona al vino e all'ozio. Sua moglie, Geltrude, lo salverà assieme al pastore e al signore feudale. Cacciato il podestà, in paese giunge un saggio maestro che riporterà l'ordine e la pace nella comunità.

IL RUOLO CENTRALE DELLA MADRE

L'apporto più originale di Pestalozzi riguarda il ruolo educativo della madre e il valore degli affetti. Se nella concezione dell'infanzia educata nella libertà è simile a Rousseau, il pedagogista è molto vicino al romanticismo nell'esaltare la madre educatrice e la forza dei sentimenti. Egli inverte inoltre la scala dei valori, attribuendo anche agli uomini il modello femminile: maestri, educatori, padri dovevano infatti rapportarsi ai bambini in modo affettuoso. Si distanziò da Rousseau nel rivalutare il ruolo materno, ma di lui ne accoglieva il concetto di maternità come missione naturale della donna ed evidenziò inoltre l'importanza dell'attaccamento materno per il sano sviluppo emotivo e morale dei figli. L'instaurarsi di una relazione con la madre garantiva ai bambini un punto fermo che sarebbe rimasto nel tempo. I bambini assorbivano poi il modello di dedizione materno, acquisendo il senso morale, la capacità di donarsi e di aiutare gli altri. Egli era contro i brefotrofi ovvero i luoghi in cui venivano accolti i bambini abbandonati, poichè riteneva che fossero solamente luoghi di assistenza nei quali non vi era il calore materno e riteneva inoltre che lo stato dovesse tutelare le ragazze madri.

L'EDUCAZIONE MORALE E RELIGIOSA DEL POPOLO

Pestalozzi sentiva la necessità di educare il popolo, per questo dedicò tutta la sua vita principalmente ai ceti più modesti. Egli riteneva che alla nascita l'uomo non possedeva nessuna morale ma aveva in sè la capacità di acquisirla, quindi lo stato morale si raggiungeva solamente dopo aver oltrepassato la naturalità e la socialità e dopo lo stato morale si trovava la perfezione etica, ovvero il fine dell'educazione. In opposizione al razionalismo e all'intellettualismo socratico, la sua concezione era prettamente romantica, quindi la ragione era legata al sentimento. Egli sosteneva inoltre che l'uomo necessitava lo sviluppo di tutte e tre le facoltà: mente, cuore e mano. La sua pedagogia mirava allo sviluppo di tutte le facoltà umane, quella intellettiva, quella affettiva e quella corporea, anche se il primato lo aveva il cuore, ovvero l'educazione morale che era proprio il fine della sua educazione.

L'ultima e la più celebre delle sue istituzioni educative fu la scuola di Yverdon, aperta nel 1805, in cui diede vita ad un'esperienza di coeducazione, ovvero un'educazione impartita in comune tra allievi poveri e benestanti, che ebbe in seguito un successo e una notorietà a livello europeo.

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